La nostra Associazione fin dagli inizi ha cercato di creare un movimento di volontari che con l’aiuto logistico delle Suore Canossiane, ospitando man mano chi poteva donare tempo ed aiuto in loco, permetteva di valorizzare e far crescere le comunità locali, ma nello stesso tempo arricchiva chi andava, perché tornando a casa diventava testimone di quelle realtà, delle necessità che hanno e del grande lavoro umano e Spirituale dei missionari. Il capostipite dei volontari è Vittorio ( papà di Suor Giovanna ) che con la sua umile semplicità ha contagiato diversi di noi.
Ma che cosa vanno a fare i volontari in Africa? L’obiettivo non è di andare perché siamo i più bravi, ma lo scopo è di realizzare ciò che serve, assieme con gli amici del posto affinchè una volta che i volontari, ritornati a casa, anche gli amici africani possano essere nell’auto sufficienza imparando cose nuove, altrimenti che aiuto sarebbe! Il primo passo importante è stato comprendere le necessità ed il primo aiuto è stato un container spedito su suggerimento di Suor Giovanna; nel container c’erano le attrezzature utili per realizzare i primi interventi necessari.
Essere duttili ed avere un buon spirito di adattamento ti aiuta molto in queste esperienze. Arnaldo uno dei tanti volontari, ha insegnato come fare il sapone, utile per l’igiene personale, papà Vittorio falegname, ha dato pratici suggerimenti con migliorie negli arredamenti e mobili in genere, Giuseppe ottico ha insegnato le basi dell’optometria.
Suor Giovanna dopo aver appreso per prima il metodo ha iniziato ad andare nei villaggi per effettuare i primi controlli visivi ai più bisognosi.
Carlo e Giancarlo, muratori, hanno costruito strutture e Renzo F., pavimentista, le ha rese più accoglienti, facendosi aiutare da ragazzi del posto insegnando loro alcune tecniche lavorative.
Renato ha aiutato un ragazzo a diventare elettricista avendo avuto la possibilità di fermarsi per un periodo piuttosto lungo. Gianni ha dato una mano in tipografia e Renzo G. tutto fare si è adattato alle mille necessità.
Molti altri sono andati e altri andranno ma lo scopo deve essere sempre lo stesso: Migliorare per aiutare a crescere.
I volontari che in questi lunghi anni si sono avvicendati in terra di missione non potevano non dedicare un pensiero a Santa Giuseppina Bakhita, suora canossiana del Sudan, dove la sua presenza si respirava e si respira in ogni missione in cui siamo stati ospitati.
A lei si affidano e si affidano ancora oggi per il buon esito dell’esperienza di volontariato, dal viaggio in aereo alla permanenza in terra di missione.
Alcune testimonianze dai volontari
Abbiamo pensato di ‘intervistare’ alcuni volontari e membri del gruppo, che recentemente si sono recati in Malawi, ponendo loro alcuni quesiti. Di seguito elenchiamo, per ogni domanda, le testimonianze raccolte.
DOMANDA
Cosa ti spinge a trascorrere il periodo di ferie, o comunque una parte dell’estate, in Malawi? Perché non ti rechi al mare oppure in montagna come fa la gran parte della gente?
RISPOSTE
Gina: ”Devo tanto innanzitutto alla presenza del gruppo missionario parrocchiale che mi ha proposto l’iniziativa, dando al viaggio dei significati tanto importanti da farmi rinunciare volentieri alla classica vacanza al mare. E’ anche l’opportunità per incontrare un mondo diverso dal nostro sia per natura che per civiltà”;
Carlo: “In quei luoghi mi sento davvero utile nel trasmettere la mia esperienza e ottenendo una tale soddisfazione da far passare in secondo piano il classico viaggio di piacere”;
Gianni: “Sono stato in Malawi per vivere nuove esperienze cristiane con il desiderio di fare qualcosa per aiutare gli Altri”;
Renato: “Nessuno mi impedisce di andare in montagna o al mare ma, sicuramente, non troverei quella pace e quella gioia che provo nel donare il mio tempo e la mia persona a chi è meno fortunato di me”;
Vittorio: “E’ stato per il bisogno di fare qualcosa di utile, offrendo parte del mio tempo a chi ha avuto di meno, mettendo a servizio le mie capacità”.
DOMANDA
In che cosa ti sei adoperato a casa di Suor Giovanna?
RISPOSTE
Gina: ”La mia giornata era prevalentemente dedicata alla preparazione dei pasti e al cucito. Non posso però dimenticare le bellissime uscite ai villaggi e ai mercati del luogo che ci davano la possibilità di vedere da vicino usi e costumi locali”;
Carlo: “A costruire una sorta di ‘arena’, inaugurata dopo la mia partenza, luogo di insegnamento e di svago per gli studenti della scuola”;
Gianni: “Ho fatto il tipografo (è il mio lavoro…), l’imbianchino, l’idraulico, il manovale”;
Renato: “Ho messo a disposizione la mia capacità di elettricista, allestendo l’impianto sonoro dell’aula magna e impegnandomi in tanti lavoretti utili alla missione”;
Vittorio: “Principalmente a costruire e riparare mobili in quanto sono falegname. Ho anche collaborato a lavori di manovalanza”.
DOMANDA
Come è stato l’approccio con la gente del luogo?
RISPOSTE
Gina: “Per ciò che riguarda il rapporto con gli abitanti del luogo non posso che esprimere commozione ricordando la loro accoglienza e il loro sorriso, sempre pronto, nonostante l’evidente povertà”;
Carlo: “La relazione con la gente del luogo è stata una esperienza molto positiva. In particolare ho notato, da parte loro, un forte interesse ad apprendere modi diversi di lavorare”;
Gianni: “La gente è simpatica, gentile, affabile e dimostra di essere felice; è generosa nonostante la povertà e le molte difficoltà”;
Renato: “Nonostante la difficoltà nel comunicare a causa della lingua che non conosco, l’incontro con i malawiani è stato molto positivo”;
Vittorio: “L’approccio è stato molto bello. Ho visitato altri paesi dell’Africa e la gente del Malawi è senz’altro molto ospitale e gioiosa”.
Di seguito un articolo pubblicato nel 2014 su la ‘Nostra Voce’ (giornalino parrocchiale) in cui si intervistano i volontari appena rientrati dall’Uganda
“…….Renzo F. e Tiziano esperti dei viaggi in terra d’Africa in qualità di volontari, ci raccontano oggi la loro ultima esperienza in Uganda nella missione di Betlemme gestita dalle suore canossiane.
Domanda: cosa e chi vi ha spinto a far questa nuova esperienza di volontariato ?
Renzo: da molto tempo conosciamo suor Giovanna Tosi che durante la sua ultima visita in Italia nel novembre scorso ci fa sapere di aver necessità di pavimentare con mattonelle il pavimento della chiesa della missione di Betlemme. Dice che il sottofondo sarà pronto per la fine di gennaio 2014. Io e Tiziano ci siamo resi disponibili e così siamo partiti.
Domanda: sappiamo che è la prima volta che andate in Uganda e in questo periodo; come vi siete trovati ?
Tiziano: ogni missione, pur essendo simile alle altre, ha una sua particolarità, specialmente se si cambia stato. L’accoglienza è sempre calorosa, la gente è molto cordiale, ma ciò che cambia sono le usanze locali, le abitudini, il modo di vivere. Abbiamo trovato molta differenza fra gli abitanti del Malawi, per esempio, dagli ugandesi, in particolare l’alimentazione. Per quanto riguarda il tempo dobbiamo dire che siamo stati fortunati in quanto abbiamo scansato il freddo e le nebbie di casa nostra, perché eravamo a 25 gradi circa in un clima secco.
Domanda: siete stati ospiti di suor Giovanna?
Renzo: purtroppo no, perché suor Giovanna è sempre in viaggio, infatti Adriano la chiama “la suora globletrotter”, d’altra parte deve seguire tutte le missioni che ha in sei nazioni che vanno dal Malawi all’Egitto. Siamo stati con lei qualche giorno soltanto nella missione di Betlemme.
Domanda: come avete impiegato il vostro tempo in missione ?
Renzo: io mi sono impegnato nel posare tutta la pavimentazione della chiesa con mattonelle di ceramica coadiuvato a volte anche da Tiziano, che nonostante sia un coltivatore si è dimostrato un ottimo manovale. Ma ciò che più mi ha dato soddisfazione è stato l’aver addestrato Charles e Godeflit, ragazzi del posto che così poi potranno proseguire questo lavoro per la pavimentazione della scuola materna.
Domanda: tu Tiziano come hai trascorso questi giorni ?
Tiziano: io come diceva Renzo, oltre ad averlo aiutato nel suo lavoro di piastrellista, mi sono adoperato nell’insegnare a dei giovani ugandesi come coltivare un appezzamento di terra incolto. Abbiamo predisposto il terreno per la semina e piantagione di ortaggi. Inoltre abbiano realizzato una piccola aia in cemento per l’essicazione della granaglia, cosa che non è nelle loro abitudini. Credo abbiano imparato, ma ci vorrà ancora tempo perché riescano veramente a far fruttare per bene queste terre. Nei giorni di riposo abbiamo fatto anche qualche giro da “turisti”, siamo stati sul lago Vittoria a visitare il Santuario dei Martiri dell’Uganda, lo stesso santuario visitato anche da papa Paolo VI e dal Beato Giovanni Paolo II.
Domanda: Cosa vi portate a casa dopo questa esperienza ?
Renzo/Tiziano: a questa domanda desiderano rispondere ad una sola voce, tanto sono entusiasti.
E’ una gioia quando vedi che le tue opere possono aiutare chi ha veramente bisogno di aiuto. E’ una gioia quando vedi in chi aiuti soddisfazione e riconoscenza. Ma la gioia più grande la provi quando ti porti dentro di te la serenità di questa gente che pur essendo povera di “cose” è tanto ricca di umanità, cosa che dovremmo imparare anche noi.
Per ultimo vorremmo ringraziare suor Giovanna per averci dato il suo aiuto e la possibilità di questa nostra opportunità.”